DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.
Contiene: Editoriale: Lo Stato borghese è uno strumento di oppressione e repressione. Articoli: USA. Razzismo, lotte di classe, necessità del partito rivoluzionario; Due testi del 1967 sulle rivolte dei proletari neri in USA; Dall’economia capitalistica al comunismo; Una scuola con le… rotelle; Precisazione storica e lotta rivoluzionaria; Memoria è lotta: Socializzazione o socialismo?; Da non dimenticare; Editoriale del nuovo numero di “Kommunistisches Programm”. Note: A proposito del Grande Circo Elettorale statunitense (Engels); A proposito di “Stato democratico e parlamentare”. Volantini: Solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici sotto processo; Parole franche alle lavoratrici e ai lavoratori più combattivi. Vita di partito: Risposta a due lettori.
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Gli avvenimenti degli ultimi sei mesi hanno messo a nudo, una volta di più, il carattere distruttivo e auto-distruttivo del modo di produzione capitalistico, con le sue leggi spietate e non modificabili. Un susseguirsi di crisi, diverse nella forma ma identiche nella sostanza, dimostra che la sua lunga agonia può solo produrre, su tutto il pianeta, miseria crescente, guerre sanguinose, devastazioni ambientali, crisi sanitarie, disperazione, angoscia, male di vivere e nuda e cruda difficoltà anche solo a sopravvivere.
Abbiamo più volte mostrato come la crisi economica del 2008-9 non si sia mai risolta, trascinandosi per un decennio fra alti e bassi e preparando così crolli ancor più spaventosi. Su questa crisi (diciamo così, pre-pandemica), il cui evolvere già preoccupava tutti gli osservatori borghesi per le evidenti implicazioni sociali e politiche, si è innestata – figlia di un modo di produzione incapace di risolvere anche sul piano scientifico e sanitario i propri “effetti collaterali” – la crisi pandemica.
Leggi tutto...Nella notte tra giovedì 22 e venerdì 24 luglio, ai cancelli della FedEx di S. Giuliano Milanese, abbiamo assistito a una violenta provocazione ai danni dei lavoratori che stanno difendendo il posto di lavoro di 15 loro compagni licenziati con pretesti che nascondono il vero motivo: la loro attività sindacale nelle file del SI.COBAS.
La vertenza, che si trascina ormai da almeno un mese tra false promesse e accordi disattesi, ha reso necessario uno sciopero di tre giorni con blocco delle merci non solo dei magazzini direttamente coinvolti, ma dell'intera catena produttiva.
La devastazione prodotta dalle esplosioni nel deposito al porto di Beirut, con i suoi morti e feriti e le decine di migliaia di sfollati rimasti senza casa e senza nulla, non ha fatto che accelerare e approfondire in modo ancor più drammatico i danni e le contraddizioni di un lungo periodo di crisi economica e instabilità sociale che ha investito lo stato libanese.
La popolazione immiserita ed esasperata (proletari e masse in rapido processo di proletarizzazione) è scesa nelle strade per urlare la propria rabbia circondando alcuni luoghi simbolici del potere e si è scontrata con le "forze dell'ordine".
Questo giusto furore ha reso ancor più visibile la frattura di classe che affiora e si rende sempre più evidente, abbattendo le barriere delle artificiose divisioni confessionali ereditate dai lunghi anni del dominio coloniale e rinsaldate dall’opera di tutti gli imperialismi.
Dal macello tedesco al ghetto di Mondragone, passando per un magazzino bolognese; dagli slums statunitensi alle favelas brasiliane; dai quartieri popolari di Tokio alle aree urbane d'Africa, India, Cina... Ovunque regni il Capitale, risulta evidente che, per quanto "biologicamente" un virus sia un fenomeno del tutto naturale, la patologia che ne deriva è una malattia figlia dell'organizzazione borghese del lavoro e della sua “razionalissima” vita sociale.
Quanto è accaduto nel macello tedesco e nel magazzino bolognese non è un esempio di "malvagia" o "stupida" o "arretrata" organizzazione del lavoro. E' l'esempio della macchina perfetta con cui la "fabbrica" organizza e utilizza la forza lavoro: ammassare nel più stretto spazio chi lavora, in condizioni sanitarie che garantiscono solo l'"igiene" dei prodotti... I palazzoni di Mondragone, tanto quanto quelli dove vivono gli operai del macello tedesco, sono l'esempio delle condizioni di sovraffollamento e promiscuità in cui le città del Capitale ammassano milioni di esseri umani.