Apprendiamo (La Repubblica del 29 maggio) che sono in aumento i casi di TBC in Italia. La cosa non sorprende. Debellata (così si diceva) grazie all’uso degli antibiotici, la malattia – tipica di regioni depresse e impoverite, di condizioni di vita e lavoro precarie, di organismi indeboliti da fame e miseria (oltre che dall’abuso o cattivo uso degli stessi antibiotici – ma il mercato del farmaco ringrazia!) – è ricomparsa con forza e da tempo in tutti i cosiddetti “paesi avanzati”, Stati Uniti in primis. Stupore? E perché? Da 150 anni, è chiara (a chi vuol vedere) la natura economica e sociale delle malattie, o meglio: l’incapacità della società delle merci e del profitto nel farvi realmente fronte. Da 150 anni, è chiaro (a chi vuol vedere) che la proiezione del mercato capitalistico a ogni angolo della terra – quella che oggi vien detta “globalizzazione” – ha portato con sé anche la “mondializzazione” delle malattie (ne sanno qualcosa, forse sarebbe il caso di ricordarlo, le popolazioni americane decimate dal vaiolo portato da spagnoli, francesi, inglesi, o quelle dell’Oceano Pacifico straziate dalla sifilide portata da olandesi, spagnoli, portoghesi, francesi; e gli esempi potrebbero continuare, ieri come oggi... ). Oggi, sì, è vero: i grandi flussi migratori riportano in... patria le malattie graziosamente donate ai popoli della periferia del mondo borghese; ma qui, nel paradiso in terra, trovano anche ad attenderle condizioni di vita e lavoro peggiorate in maniera drammatica nel corso dei decenni, e dunque buon brodo di coltura perché tornino a diffondersi con vigore. Delizie del mondo borghese!
Ma c’è un’altra coda rivelatrice alla notizia. Si viene a sapere che, proprio in concomitanza con l’allarme TBC in Italia, è scomparso dal mercato “il rimedio di prima scelta per la profilassi della malattia”, la Nicizina, creatura del colosso americano del big pharma, la Pfizer. Produzione sospesa, farmaco non più in commercio: che vuol dire 6mila malati e almeno altrettanti familiari scaricati d’improvviso, con conseguenze potenziali che vanno ben al di là di questi numeri. Mistero? E perché? Queste strategie il mercato le conosce bene: si ritira una merce dagli scaffali e si aspetta che la domanda cresca in maniera acuta (se poi ciò avviene anche in maniera drammatica, meglio!), e a quel punto... E’ la legge della domanda e dell’offerta, un’altra delle delizie del mondo borghese. E anche questo lo si sa da 150 anni.
Siamo noi i maligni? No, la stessa Repubblica conclude: “All’origine del ritiro dal mercato italiano si sarebbero ragioni di tipo commerciale: una confezione di Nicizina da 30 compresse costa solo 5,60 euro”. Concordiamo, tranne che nel condizionale: ci sono ragioni di tipo commerciale...
Vogliamo una buona volta aprire la spazzatura e ficcarci questo fetentissimo modo di produzione?!
Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°04 - 2007)