DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.
Le guerre indo-pakistane per il Kashmir
Nel XVIII secolo, nell’attuale area indo-pakistana si scatenarono gli appetiti del colonialismo inglese che praticò un sistematico saccheggio del territorio. Dopo la divisione della colonia britannica nel 1947, i due Paesi confinanti, India e Pakistan, entrarono in una rotta di collisione alimentata dai nuovi nazionalismi che stravolsero il multietnico antico Impero Mogul. Pressioni economiche e politiche indussero in particolare la Gran Bretagna, destinata a cedere il passo agli Usa, ad appoggiare, nella nuova spartizione politico-economica, il mondo mussulmano e a “creare” nuovi Stati indipendenti. Furono così assemblati territori e regioni tra loro diversissimi, che avevano molte ragioni per scontrarsi e il Pakistan – diviso in due zone: il Pakistan vero e proprio a Occidente e il Pakistan orientale alle foci del Gange – si presentò ben presto come espressione del “nazionalismo anti-indiano”.
Leggi tutto...Le recenti mobilitazioni di giovani, nate dall’iniziativa della fin troppo nota ragazzina svedese e poi coagulatesi in un “movimento” internazionale chiamato “Fridays for Future” (FFF: i “venerdì per il futuro”), sono state oggetto di una vasta campagna mediatica perché se ne debbano qui riassumere i contenuti, per altro alquanto vaghi e generici. Eppure, qualcosa va detto, specie a quei giovani che scendono o scenderanno ancora in piazza, prede di una sincera angoscia per il futuro, ma chiusi dentro un drammatico vicolo cieco, privo di prospettive.
Leggi tutto...Nel numero di maggio-giugno dello scorso anno di questo giornale, in un articolo dal titolo “La tragica giostra della guerra in Libia riprende a girare”, abbiamo riassunto quasi nove anni (2011-2019) di avvenimenti, lotte sociali e guerre imperialiste sul territorio libico. Alla fine del secondo decennio, un nuovo immenso fronte di guerra si è aperto nel Paese, riducendo il territorio a terreno di conquista di « civilissimi mercenari » di tutte le risme e di un’accolita di potentati locali in lotta aperta gli uni contro gli altri.
Iniziate nel 2011 come lotte sociali e politiche, nate da un innesco di lotte operaie a partire da Egitto, Libia, Tunisia e Algeria, le rivolte nordafricane (le cosiddette « primavere arabe ») si sono estese poi a tutto il Medioriente. Di fronte alle spiagge della sponda sud del Mediterraneo, una calca impaurita di migranti si aggira sulle rive dell’inferno (un mare che si trasformerà ancora una volta in un immenso sudario) in attesa dei barconi, una massa di civili disarmati, uomini, donne e bambini, di proletari votati alla disperazione e alla morte e di prigionieri fuggiti dai lager dispersi nel deserto, attraversato da una rete di gasdotti e oleodotti.
Leggi tutto...Non sappiamo se, quando uscirà quest’articolo, il grande baraccone delle elezioni USA starà già sbaraccando e se il burattino del Capitale sarà rimasto lo stesso o dal cappello dell’illusionista demo-elettorale ne sarà uscito un altro. Poco importa. Le questioni reali restano tutte sul tappeto di un Paese che è in crisi profonda, come l’intero universo del Capitale ma con un’intensità e una visibilità che si rapportano al peso specifico (economico, sociale, politico, militare) dell’imperialismo più forte. Passata l’ennesima ubriacatura elettorale, è allora utile tornare su alcune di queste questioni reali, poiché – per l’appunto – esse riguardano il proletariato mondiale e non solo quello statunitense.
Leggi tutto...Milano, 8 gennaio 2019, via Carlo Freguglia 1, Tribunale. La giustizia, che – si sa – è “uguale per tutti” ma per alcuni è “molto più uguale”, condanna una decina di compagne e compagni a diversi anni di carcere, per lo sciopero davanti ai cancelli della DHL di Settala (Milano), nel marzo 2015. Con immensa clemenza, la Corte sospende la pena e li libera dal passaggio attraverso le patrie galere...
Per quanto poca o molta distanza ci possa separare da queste compagne e compagni, è una distanza infinitesimale se confrontata con quella che ci separa tutti dalla borghesia e dalla sua macchina repressiva, lo Stato.
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