Quaderni del Partito Comunista Internazionale
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Quaderno n°1. Edito a cura dell'Istituto Programma Comunista, supplemento al n°1/1994 de " Il programma comunista". Il testo comprende il rapporto del partito con la questione sindacale. E' costutito da diversi articoli , uno apparso nel n°6/1992 dal nostro " il programma comunista", dal titolo "Lotte rivendicative, associazioni operaie, partito di classe", un secondo riproduce la seconda parte del testo " Teoria e e azione nella dottrina marxista"( rapporto alla riunione di Roma del 1 aprile 1951).Insieme costituiscono la base necessaria su cui fondare qualunque prospettiva di rinascita di un fronte di classe in grado di resistere all'attacco padronale e di preparare la futura controffensiva operaia.
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Il presunto "crollo del comunismo" e la nostra difesa del marxismo. La Sinistra Comunista attraverso una sintetica presentazione delle sue radici, della sua storia e delle sue battaglie per la difesa intransigente del programma rivoluzionario. Sintesi del programma immediato della rivoluzione in Occidente.
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Dedicato non alla figura umana e politica di A. Gramsci, quanto alle sue idee politiche, al gramscismo, come dicono il titolo (malattia di ogni età del Comunismo) e il sottotitolo (Antonio Gramsci sul filo storico dell'anticomunismo).
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Quaderno n°4 (Nuova edizione 2021). Il testo comprende l'omonimo scritto del 1975 dal titolo "Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella 'Resistenza' antifascista", alcuni articoli e volantini del 1943-1945 usciti nel vivo della lotta, altri scritti del periodo 1946-1949 (il primo, tratto dalla nostra rivista teorica "Prometeo" del 2 agosto 1946: "La classe dominante italiana e il suo stato nazionale"; il secondo, dalla serie "Sul filo del tempo": "Marxismo e partigianesimo", l'ultimo, da " Il programma comunista", 1995: "Esiste oggi un 'pericolo fascista'?").
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Quaderno n°5. Molti sono gli aspetti che fanno dello "stalinismo" il punto di incontro di tutte le forme moderne della controrivoluzione, che perdura tuttora dopo il periodo rivoluzionario innescato dalla prima guerra mondiale e soprattutto dalla rivoluzione proletaria in Russia. Questo tema ha un indubbio interesse nella formazione e preparazione dei militanti rivoluzionari e non c'è dubbio che esso si presenterà nelle sue multiformi varianti storiche in modo virulento non appena la tensione rivoluzionaria internazionale riprenderà a crescere. La critica che abbiamo svolto fin dal suo sorgere si sviluppa sul piano della storia e della politica e certamente non in quella degli individui e dei “capi”. Nel corso della presente trattazione si userà il termine “stalinismo” ben consapevoli della sua inefficacia e ambiguità nel descrivere fenomeni radicati nella storia della lotta di classe e non frutto dell’agire di individui, come potrebbe far intendere il termine. Nei fatti noi rifiutiamo l’ipocrita approccio borghese che vuole vedere nel fenomeno storico detto “stalinismo” unicamente solo forme di violenza e prevaricazione, dirette contro la vecchia guardia bolscevica, mentre nel secondo conflitto mondiale e dopo di esso si è visto ben altro. Infatti lo “stalinismo” ha svolto opera profondamente controrivoluzionaria nel corso delle ricostruzioni nazionali offrendo nuove occasioni di falsificazioni e mistificazione ai nemici storici del comunismo.
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Quaderno n°6. Il “terrorismo” é stato e sarà uno dei banchi di prova del marxismo. Esso ha mostrato e mostrerà la serietà dei rivoluzionari di fronte ad un fenomeno, che presenta uno degli aspetti più decisivi della lotta di classe, soprattutto allorché si manifesteranno al massimo grado la violenza e il terrorismo del proletariato rivoluzionario contro la borghesia e viceversa. Su questi fenomeni la risposta dell’opportunismo, quando non agisce apertamente contro il proletariato, si limita a “deplorare” la presenza della violenza nella lotta di classe. Distinguendo genericamente tra violenza collettiva e violenza individualistica, l’opportunismo nega la violenza collettiva rivoluzionaria di classe. Il terrorismo individualistico fu definito, per sua natura, piccolo borghese, per origini sociali e ideologiche. Condannarlo è possibile alla sola condizione di non mettersi sul terreno dell’equidistanza di fronte a fenomeni che mettono faccia a faccia lo Stato borghese, le sue istituzioni e le sue leggi e chi vi si ribella. Il testo,valutati i criteri fondamentali di una visione marxista del fenomeno terrorista, riprende alcune formulazioni di principio di Lenin, segue “la prova generale” della prima rivoluzione in Russia del 1905 fino alla sua conclusione nell’Ottobre. Prosegue in Appendice con lo scritto: “ Forza, violenza, dittatura nella lotta di classe” (1946-’48)
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Quaderno n° 7. Il testo è costituito da tre parti distinte. La prima parte va da una valutazione dei "nazionalbolscevichi” di Amburgo, matrice di operaismi e nazionalcomunismi e giunge fino al 1920. In questa prima parte l’esame al centro della valutazione è il gruppo di Amburgo del KPD; in particolare si esamina la differenza sostanziale tra Partito, Classe e Nazione nel contesto storico e l’approdo nazional popolare. La seconda parte affronta gli anni che vanno dal 1920 al 1923 mettendo in evidenza la lotta del proletariato contro "l'antifascismo" democratico. La terza e ultima parte valuta ancora la questione del nazionalboscevismo da Weimar al Terzo Reich: in particolare il bolscevismo nazionale, gli eredi tedeschi del gruppo di Amburgo e le “terze vie” della controrivoluzione.
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Quaderno n° 8, dedicato alla crisi del 1926, ultimo atto di quel ciclo rivoluzionario iniziato nel 1917, che dal 1924, dopo la morte di Lenin, con " il socialismo in un solo paese", stava precipitando nel baratro della controrivoluzione. In quell'anno, lo stalinismo aveva ormai partita vinta.
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Quaderno n°9. Sommario: Nella Prima Parte (“1917-2017”) sono riportati gli articoli usciti nel corso del 2017 sulle pagine del nostro giornale in lingua italiana “Il programma comunista” (oltre che, parzialmente, sulle pagine degli altri nostri organi, in inglese e in tedesco): Introduzione- Viva l'Ottobre rosso!, Viva la rivoluzione proletaria futura!- La Russia, i bolscevichi e la rivoluzione proletaria- Teoria e prassi: le "Tesi di Aprile"- Dall'aprile all'ottobre. La rivoluzione non si fa : si dirige- Verso il futuro. Nella Seconda Parte, sono riuniti alcuni nostri testi classici, usciti rispettivamente nel 1919, nel 1957 e nel 1967, a ulteriore dimostrazione della nostra continuità, teorica e pratica, politica e operativa: per l’appunto, ieri, oggi, domani- Su filo del tempo- Il bolscevismo, pianta di ogni clima- Quarant'anni di un'organica valutazione degli eventi di Russia nel drammatico svolgimento sociale e storico internazionale (1957)- Ottobre 1917 e la rivoluzione socialista futura (1967)- I testi del Partito Comunista Internazionale. Pagine 120, Euro 10.
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Quaderno n°10.Perché la Russia non era socialista raccoglie alcuni dei testi più significativi sull'argomento, usciti sulla nostra stampa fra il 1953 e il 1991. A distanza di quasi trent’anni da quei cambiamenti istituzionali che in Russia certificavano l’implosione del cosiddetto « socialismo reale », suscitando stupore e sorpresa e le più fantastiche interpretazioni tra amici e sostenitori, critici e detrattori di quel regime, abbiamo ripubblicato in un unico « Quaderno » parte dell’ampio lavoro compiuto dal nostro Partito. Pur partendo da una battaglia particolare (quella contro la mefitica propaganda di una pretesa « Russia socialista »), i testi di Perché la Russia non era socialista riaffermano i capisaldi programmatici dell’unico comunismo possibile.