Note contro-corrente su Hamas e il “movimento palestinese”
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Mentre scriviamo, tra metà e fine agosto 2024, si attende da un momento all’altro la risposta iraniana e degli Hezbollah libanesi all’uccisione a Teheran del capo politico di Hamas, Isma’il Haniyeh, da parte dello Stato d’Israele – risposta che potrebbe portare, oltre all’interruzione dei tira-e-molla, per altro inconcludenti, degli incontri fra le parti, anche a un minaccioso allargamento del conflitto in un Medio Oriente sempre più terremotato. Per ora, non sembra che l’Iran sia molto disposto a mettere in campo una reale manifestazione di forza, preferendo limitarsi a demagogiche minacce: ma adesso come adesso le cose sono fluide e bisognerà vedere come evolvono, senza lanciarsi in rocambolesche previsioni geo-politiche. Intanto, però, prosegue incessante la carneficina dei proletari palestinesi, selvaggia e indifferente a qualunque indignazione, protesta umanitaria o retorica dichiarazione degli altri briganti internazionali: i morti s'aggirano ormai intorno ai 40mila, ma infinitamente più numerose e devastanti saranno le conseguenze future, letali e fisico-psicologiche, di quest'osceno genocidio, tipico del capitalismo nella sua fase imperialista (com’è facile dimenticarsi dei milioni di proletari, civili e militari, massacrati in due macelli mondiali e nelle centinaia di “guerricciole” che li hanno preceduti, accompagnati e seguiti!).
Ennesima strage di lavoratori. Chi è l'assassino?
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Non ci vogliono tante parole. Prima e dopo la strage alle acciaierie Thyssen Krupp di Torino nel dicembre 2007, gli omicidi di lavoratori sul luogo del loro sfruttamento non si sono mai fermati – in Italia come ovunque nel mondo. E, come sempre, dopo quest'ultima alla centrale elettrica ENEL della diga di Suviana, nel Bolognese, si scatenerà il solito macabro balletto delle responsabilità di Tizio, Caio e Sempronio, delle accuse e delle difese, delle inchieste e dei processi-farsa, della retorica tanto più schifosa quanto più è piagnucolosa.
Non pagheremo per le vostre guerre!
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- Categoria: n. 01, gennaio-febbraio 2024
Sono la conseguenza evitabile del dominio della borghesia.
Non permetteremo di ergersi a "difensori della pace e dei diritti umani" coloro i quali non hanno offerto mai altro che un sistema economico e sociale che perpetua quotidianamente la violenza sfruttatrice del lavoro salariato sulla maggioranza dell'umanità e delle risorse naturali del nostro pianeta, ovunque e senza pietà – un sistema economico e sociale ormai diventato intollerabile.
Un sistema economico e sociale espressione del modo di produzione capitalistico che ha sempre dovuto fare (e costringere noi proletari senza riserve a fare) la guerra per sopravvivere a se stesso.
Nel giro di due anni, in Ucraina, il massacro, il macello, è diventato un dato di fatto e questa come ogni altra guerra scatenata dagli Stati nazionali borghesi è una catastrofe umana che deve essere contrastata con forza e senza retorici piagnistei: chiunque pensi che si stia difendendo la “libertà” o il “diritto internazionale” o addirittura i “diritti umani” combattendo la “dittatura” in nome di una qualsiasi patria da “autodeterminare” o da difendere è vittima e complice della propaganda bellica di quei maledetti Stati.
Memoria di classe: A proposito del “Nuovo Fronte Popolare” francese (e di tutte le possibili imitazioni altrove)
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Dopo l’ubriacatura, ci si risveglia con il mal di testa. Così, non appena conosciuti i risultati della tornata elettorale, la “sinistra” francese ha ballato tutta la notte del 9 luglio scorso, suscitando l’invidia degli aspiranti imitatori in giro per il mondo che si propongono di seguirla al più presto; ma poi... Ma poi, Macron o non Macron, Mélanchon o non Mélanchon, LePen o non LePen, ecco che bisogna fare i conti con le dure leggi del Capitale, cui gli omini e le donnine del Grande Avanspettacolo Democratico debbono inchinarsi obbedienti. E allora sì che il mal di testa impera!
Nella fregola ubriaca dell’unità nazionale a tutti i costi, di destra come di “sinistra”, ci si dimentica facilmente del passato: se ne coglie solo la superficiale retorica, niente di più. Dunque, proviamo a ricordarlo noi.
Primo Maggio 2024: Contro tutte le guerre imperialiste!
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Non servono molte parole: solo patetici illusi non riescono a vedere che, nelle profondità dell'economia capitalistica in crisi da decenni fra alti e bassi, si sta preparando un nuovo conflitto generalizzato, ancor più devastante delle due guerre mondiali passate e delle innumerevoli “guerre minori” che le hanno precedute e seguite: ultime della serie, quella in Ucraina e il macello di proletari palestinesi a Gaza e dintorni.
Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario
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- Categoria: n. 05-06, novembre-dicembre 2023
Abbiamo considerato più che opportuno ripubblicare le valutazioni e i commenti che, ai primi del 2009, il nostro Partito dedicò alla battaglia scatenatasi in quei mesi (l’Operazione Piombo Fuso) dell’interminabile guerra che lo Stato di Israele conduce con la complice, diretta responsabilità di tutti gli Stati “arabi” della regione – complicità che fino alla “guerra del Kippur” e poi all’aggressione libanese si esprimeva con una apparente contrapposizione militare, poi con il dialogo diplomatico, per finire con accordi politici ed economici. Dalla “Operazione Piombo Fuso” a quella attualmente in corso denominata “Operazione Spade di Ferro”, sostanzialmente non è cambiato nulla, se non l’incremento esponenziale di potenza di fuoco scatenata nella Striscia di Gaza su una popolazione inerme, con un massacro che rasenta ormai il genocidio.
A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi!
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Strangolati dallo Stato d'Israele, martoriati da un quotidiano stillicidio di vessazioni e omicidi, inchiodati in un vicolo cieco di vane promesse nazionali da tutte le borghesie arabe della regione (compresa quella palestinese), vittime sacrificali di tutte le manovre diplomatiche più o meno sotterranee degli Stati occidentali e medio-orientali, i proletari e le proletarie palestinesi della striscia di Gaza stanno per subire l'ennesimo sanguinario macello, dopo quelli – forse lontani ma mai dimenticati con rabbia e orrore – di Tell Al-Zataar (in Libano, agosto 1976) e di Sabra e Chatila (ancora in Libano, settembre 1982), e dei molti che seguirono. Altre centinaia e migliaia di morti palestinesi (uomini, donne, bambini, vecchi) si andranno così ad aggiungere al martirio subito ogni giorno, fin da quel disgraziato anno 1948, in cui le potenze uscite vincitrici dal Secondo massacro mondiale facevano del neonato Stato d'Israele il gendarme armato di un'area troppo “sensibile” (per usare un termine tanto caro alla geopolitica di oggi) per i loro reciproci interessi economici ed equilibri politico-strategici.
Cile 1973
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A cinquant’anni dalla tragedia cilena, riproponiamo due articoli usciti allora sulla nostra stampa: uno pochi giorni prima, l’altro pochi giorni dopo la caduta del governo Allende. Perché quegli insegnamenti non vadano dimenticati.
Otto marzo duemilaventitre
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Compagne, sorelle proletarie!
A un anno dalla normalizzazione dell'emergenza sanitaria innestata sulla crisi economica che è ben lontana (e impossibile!) a risolversi, le fanfare dell'ideologia e della pratica della borghesia imperante non hanno più il coraggio di blaterare che tutto non sarebbe stato più come prima! Anzi, tutto è tornato come e peggio di prima! A casa, sul lavoro, nei quartieri, le vostre (le nostre) condizioni di vita non fanno altro che peggiorare.
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- Repressione e provocazione: una storia infinita...
- Guerre, disastri, devastazioni ambientali, carovita e altre delizie del dominio borghese
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- Primo maggio 2022. Contro le guerre del capitale, preparare il disfattismo rivoluzionario
- Nostri lutti
- Guerra e lotta di classe (I) Miserie dell’odierno “marxismo occidentale”
- Otto marzo duemilaventidue
- I morti e gli ammalati gridano vendetta. Borghesia, tu sia maledetta
- Il lungo lavoro che ci attende
- In Ucraina come in tutto il mondo, di fronte alla guerra imperialista la parola d’ordine proletaria torni a essere: disfattismo rivoluzionario contro tutte le borghesie e i loro Stati !