DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.
Nelle metropoli degli Stati di più vecchio capitalismo come in quelle degli Stati di più giovane capitalismo e nelle periferie di tutto il mondo capitalista, le condizioni economiche, di vita e di lavoro dei lavoratori salariati (e, in subordine, delle mezze classi in declino e delle masse proletarizzate) continuano a peggiorare, con gli aumenti generalizzati e costanti dei beni di prima necessità, compreso il costo delle abitazioni, del gas e dell'elettricità.
Ovunque, la ristrutturazione delle imprese economiche (multinazionali, a proprietà individuale o familiare, cooperative, statali, nazionalizzate o di qualunque altra “ragione sociale”), indotta dalla irrefrenabile crisi di sovrapproduzione, genera sempre più disoccupati e lavoratori precari, e costringe sempre più donne in casa, al lavoro sottopagato degli oneri familiari, insieme a un aumento sempre meno sostenibile dell'orario e del ritmo del lavoro – causa prima e unica della moltiplicazione degli omicidi, delle lesioni traumatiche gravi e delle malattie nei posti di lavoro.
Leggi tutto...Compagne, sorelle proletarie!
A un anno dalla normalizzazione dell'emergenza sanitaria innestata sulla crisi economica che è ben lontana (e impossibile!) a risolversi, le fanfare dell'ideologia e della pratica della borghesia imperante non hanno più il coraggio di blaterare che tutto non sarebbe stato più come prima! Anzi, tutto è tornato come e peggio di prima! A casa, sul lavoro, nei quartieri, le vostre (le nostre) condizioni di vita non fanno altro che peggiorare.
Leggi tutto...Il 13 ottobre scorso, a Teheran, Masha Amini, una ragazza ventiduenne originaria del Kurdistan iraniano, veniva arrestata dalla polizia religiosa per un “uso improprio” del velo. Tre giorni dopo, la giovane moriva per le botte ricevute alla stazione di polizia. La morte di Masha, com'è noto, è stata la scintilla perché esplodessero le contraddizioni che da tempo covano in seno alla società iraniana e ha dato l'avvio a un'ondata, ancora ben lontana dal placarsi, di forti proteste. Lo Stato ha risposto con una violentissima campagna repressiva: aggressioni alle manifestazioni, arresti e incarcerazioni, spari sulla folla e omicidi a sangue freddo (che hanno colpito perfino un bambino). A dimostrare sono soprattutto ragazze giovanissime, cui si sono presto uniti loro coetanei e adulti di entrambi i sessi. A loro si sono uniti, con scioperi vigorosi, i proletari iraniani già da tempo in fermento, come i lavoratori del complesso petrolchimico Damavand di Assalouyeh, delle raffinerie di Abadan e Kangan, della fabbrica di pneumatici Kian Tire presso Teheran, di fabbriche di trattori (si calcola che qualcosa come 2000-3000 scioperi all'anno si siano verificati nel Paese negli ultimi anni), di altri impianti e luoghi di lavoro in giro per il Paese...
Leggi tutto...Uno degli slogan più ritmati nei cortei dei giovani che si affacciano alle prime manifestazioni di impegno sociale e politico recita “Siamo tutti antifascisti!”, senza altri attributi.
Per noi, vecchi combattenti per la preparazione rivoluzionaria della nostra classe, questo slogan ha un suono truffaldino.
Non possiamo dimenticare che l'antifascismo generico e democratico è stato uno degli strumenti con cui, durante gli ultimi concitati anni della seconda guerra mondiale, la socialdemocrazia e lo stalinismo hanno imprigionato la nostra classe nella nefasta unità interclassista del C.L.N., poi sfociata nella trappola della Costituente e della Repubblica Italiana – così come è servito in Spagna, nel 1936-1939, a strangolare ogni speranza di rivoluzione sociale.
Leggi tutto...NON BASTANO LE SFILATE! ORGANIZZARSI OVUNQUE PER UNA LUNGA E RADICALE LOTTA DI CLASSE CONTRO LO STATO DEL CAPITALE, LE SUE ISTITUZIONI E TUTTI I SUOI PARTITI!
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L'ennesimo brutale omicidio, ai primi di gennaio, del giovane afro-americano Tyre Nichols per mano della polizia USA, questa volta a Memphis (Tennessee), dimostra tragicamente quanto non abbiamo mai cessato di ribadire, anno dopo anno, decennio dopo decennio. Quella del razzismo non è una questione “di colore”, ma una questione di classe: com'è noto, i cinque assassini in divisa sono afro-americani come la loro vittima. Altri nodi vengono al pettine: la polizia, le “forze dell'ordine”, sono il braccio armato dello Stato, e lo Stato è il braccio armato del Capitale – questa è la vera catena di comando!
Leggi tutto...Siamo in presenza di uno svolto decisivo in cui crisi economica, crisi sociale, crisi politica e guerra convergono in un tutto denso di incognite e prospettive. Non è impresa facile districarsi tra tutti i fattori che determinano i nuovi scenari e individuare, almeno approssimativamente, la direttrice degli eventi in funzione dei loro inevitabili esiti catastrofici. In questo compito ci viene in aiuto il fondamentale lavoro di sistemazione dei capisaldi del marxismo rivoluzionario, compiuto dalla Sinistra comunista “italiana” nel secondo dopoguerra, che ci offre alcune linee di lettura. Una di queste riguarda la direttrice storica dell'”aggressione all'Europa”, espressa nell'omonimo articolo uscito nel 1949 su quello che allora era il nostro organo teorico, Prometeo, in cui si dava una valutazione del differente peso relativo degli imperialismi russo e americano.
Leggi tutto...Rispetto e solidarietà per Alfredo Cospito, che si sta battendo contro una delle più raffinate e atroci forme di repressione di cui si mostra capace lo Stato democratico della borghesia italiana.
La sua vicenda politico-giudiziaria è solo la punta dell'iceberg di quel che la dittatura della borghesia sta preparando, e ha sempre preparato, per affrontare e reprimere lo scontro sociale che la crisi economica genera lentamente ma inevitabilmente. Lo fa, alternando storicamente (come le si conviene!) le forme complementari del fascismo e della democrazia, che solo reazionari in malafede possono spacciare per “contrapposte”.
Leggi tutto...È dalla fine della Seconda guerra mondiale (il secondo massacro inter-imperialista, per essere più precisi) che il Capitale non ha smesso di insanguinare il pianeta, oltre a metterlo a soqquadro con i suoi veleni e le sue necessità di auto-valorizzazione. L'elenco delle guerre piccole e grandi che si sono succedute da allora è impressionante e dimostra, anche solo con le nere parole scritte e stampate, che il suo dominio da tempo è solo una lunga agonia distruttiva, un bagno di sangue che cresce e dilaga anno dopo anno. Quello che succede in Ucraina è l'ultimo “episodio” in ordine di tempo: ma un “episodio” che, per dimensioni e implicazioni, può solo fungere da anticamera ad altri, fino allo scoppio di un terzo massacro inter-imperialista di dimensioni mondiali.
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